Finalmente parliamo di
viaggi. Dopo aver parlato di noi, del nostro mezzo, del suo nome e
dei nostri programmi, è arrivato il momento di cominciare a parlare
di viaggi. Partiremo in maniera soft.
Ci siamo spostati di
poco, solo circa 200 km da noi e abbiamo scelto la laguna di Grado
come rodaggio.
Partendo già il venerdì
pomeriggio, abbiamo guadagnato sul tempo rimanente per goderci questa
prima mini vacanza. Obbligatoriamente attraverso, sempre e solo
strade ordinarie, abbiamo attraversato la parte rimanente della
pianura veneta sfiorando il territorio friulano per finire con
l'entrarci dalle parti di Latisana e poi giù, lungo il rettilineo
che porta dentro al cuore di Grado.
Il viaggio è stato
piacevole, anche se, facendolo per strade provinciali, sempre un po
più lungo del normale. Poco importa, come diciamo sempre, l'essenza
del viaggio sta nel viaggio stesso, ed ogni volta, scopriamo angoli
nuovi e inediti, almeno per noi.
Sorpassiamo Aquileia,
nota e famosa località intrinseca di storia e cultura, proponendoci
di visitarla in un altro momento, magari dedicandogli l'attenzione
che merita.
È la prima volta che
entriamo in Grado con il buio e possiamo garantire che il vedere la
laguna illuminata non toglie certo fascino al luogo, anzi, lo rende
completamente “diverso” dal solito, aggiungendo un tocco di
romanticismo, che di quella città, non conoscevamo ancora.
L'area sosta camper è
ben segnalata (N 45°40'46” , E 13°24'43”) e per niente
difficile da raggiungere. L'entrata, in questo periodo, è libera e,
nonostante non si paghi il biglietto, i servizi vengono erogati
ugualmente. Scopriremo successivamente, che questo, sarà in essere
solo fino a che non verrà confermato il nuovo servizio di gestione
dell'area. Quindi, anche noi, occupiamo uno degli stalli previsti per
i camper, ceniamo e al resto ci penseremo l'indomani.
Dopo una notte
tranquilla, il primo a dare la sveglia è, come sempre, Pongo. Fuori
c'è un bel sole ma, a ricordarci che siamo in inverno, ci pensa una
temperatura frizzante.
Di fronte a noi, esiste
anche una seconda area parcheggio, ben più economica sul prezzo di
quella dove siamo ora noi, ma questa, permette solo la sosta e
preclude il campeggiare, pertanto, il sostare lì implica il non
poter aprire nulla ne il poter mangiare all'esterno del mezzo e così
via.
Durante la nostra
passeggiata, arriviamo alla prima piazza che incontriamo, piazza del
Lavoro, la quale, è in parte occupata dal mercato settimanale, che
qui a Grado, si svolge il sabato mattina. Non è molto affollata di
banchi ma, bisogna pensare, che per la località è una stagione
morta, sicuramente, durante i periodi più consoni, avrà una
partecipazione maggiore di ambulanti, anche perchè, il sito è
abbastanza ampio per offrire spazio a molti. La presenza, di una
pattuglia di Polizia Locale, comunque la si veda, da un senso di
sicurezza.
Colazione nell'unico bar
aperto in zona dove l'offerta delle
brioches è ampia. Nell'angolo della piazza da dove siamo
entrati, si nota anche la presenza di un panificio, aperto e
funzionante.
Continuando a camminare,
passiamo davanti alle Terme Marine, un grande stabile dove notiamo la
piscina e il bar, tutto già in attività. Ancora avanti per arrivare
alla storica enoteca da Pino. Questo locale, si distingue da altri,
perchè ha tutte le pareti interne tappezzate di foto scattate negli
anni a personaggi di spettacolo, giornalisti e anche gente comune che
sono passati di lì. Molto particolare.
Proseguiamo e arriviamo
in centro. Il viale centrale è animato, forse aiuta molto la
giornata tersa, anche se molte attività sono ancora chiuse. Le tante
vie laterali conducono in mondo di storia antica, che ha il sapore
del mare e i tanti reperti archeologici, le varie chiese e i
monumenti stanno ancora lì a testimoniarlo.
Il rientro, verso la
“chiocciolina” lo
facciamo dalla parte del mare. La zona è ancora brulla e abbastanza
solitaria, solo Pongo ha il suo bel da fare nel salutare tutti i
cagnolini in passeggiata che incontra.
Alle
12,30, ci vengono a prendere due nostri cari amici di Udine, Walter e
Carla e insieme, a bordo della loro auto, andiamo fino al paese di
Ruda, in frazione S. Nicolò, dove ha sede l'azienda Agrituristica di
Luca Morsut. Un bel locale, tipo country, grazioso e accogliente,
dove i cani sono ammessi e dove ci hanno accomodato in modo potessimo
essere liberi anche con il nostro compagno di viaggio a quattro
zampe.
Disponibile e simpatico
anche il nostro cameriere, Marco detto Ace, che ci ha preso in
consegna e, oltre a seguirci per tutto il tempo, ci consiglierà
man-mano, sui vari piatti tipici del locale in lista per quel giorno.
Ovviamente
siamo in Friuli e non può mancare il Frico, piatto “friulinissimo”
accompagnato da salame con l'aceto, dei gnocchi al sugo di stinco e
poi lo stesso stinco tanto per gradire. Eh già, lo sapete, noi siamo
delle buone forchette e quando troviamo simpatia e buona cucina non
sappiamo resistere. Rigorosamente l'autista non beve e questo ci da
modo di torturarlo un bel po' sulle specialità enologiche serviteci.
Dopo
esserci fatti sopportare per un bel po', siamo rientrati al punto di
partenza. Giusto il tempo di salutare i nostri amici e la
“chiocciolina” ci
ha accolto, come al solito, ospitale e rassicurante.
Ancora
una notte ottima e silenziosa, ci ha ritemprato dalla camminata del
mattino e dalla successiva “fatica” enogastronomica.
Domenica
mattina, sveglia quasi ad un orario tardo per noi, colazione e poi
via ancora a camminare.
Questa
volta il “cavallo di Sant'Antonio”, come chiamava le gambe la mia
nonna, ci conduce dal lato opposto del giorno prima. Lungo la strada
che costeggia la laguna. Altra zona, altro mondo.
Qui
si può ammirare la vicina Isola della Schiusa, che ci spiegano sia
nata dall'accumulo dei materiali e dalle macerie raccolti dopo la
guerra. Il canale lungo la strada, è occupato da molte barche
ormeggiate, alcune da diporto, altre attrezzate per la pesca.
L'andare avanti e indietro, ci porta via tutta la mattina e il
rientro è un po' frettoloso dato che, dopo pranzo, abbiamo previsto
il ritorno a casa. Fà quasi buio quando riprendiamo la strada che,
piano piano, ci riporterà verso la nostra casa, ovvero quella in
muratura, dato che noi, come sapete, calcoliamo la nostra casa
l'altra, quella con le ruote. Pongo dorme tutto il viaggio e non si
accorge nemmeno che gli ultimi 20 km li facciamo con la neve che ha
ricoperto tutto per un buon 15 centimetri, ma la montagna è fatta
così.
Ciao a tutti da
"la chiocciolina in viaggio"
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