lunedì 4 febbraio 2019

Un mare d'inverno.


Finalmente parliamo di viaggi. Dopo aver parlato di noi, del nostro mezzo, del suo nome e dei nostri programmi, è arrivato il momento di cominciare a parlare di viaggi. Partiremo in maniera soft.
È vero, siamo rimasti fermi un bel po', causa le riparazioni e gli ultimi adeguamenti al nostro mezzo, ora, dopo aver ultimato quasi tutto, giusto per provarlo, abbiamo aspettato un weekend di bel tempo, o per lo meno con un tempo “civile”, per andarlo a testare.
Ci siamo spostati di poco, solo circa 200 km da noi e abbiamo scelto la laguna di Grado come rodaggio.
Partendo già il venerdì pomeriggio, abbiamo guadagnato sul tempo rimanente per goderci questa prima mini vacanza. Obbligatoriamente attraverso, sempre e solo strade ordinarie, abbiamo attraversato la parte rimanente della pianura veneta sfiorando il territorio friulano per finire con l'entrarci dalle parti di Latisana e poi giù, lungo il rettilineo che porta dentro al cuore di Grado.
Il viaggio è stato piacevole, anche se, facendolo per strade provinciali, sempre un po più lungo del normale. Poco importa, come diciamo sempre, l'essenza del viaggio sta nel viaggio stesso, ed ogni volta, scopriamo angoli nuovi e inediti, almeno per noi.
Sorpassiamo Aquileia, nota e famosa località intrinseca di storia e cultura, proponendoci di visitarla in un altro momento, magari dedicandogli l'attenzione che merita.
È la prima volta che entriamo in Grado con il buio e possiamo garantire che il vedere la laguna illuminata non toglie certo fascino al luogo, anzi, lo rende completamente “diverso” dal solito, aggiungendo un tocco di romanticismo, che di quella città, non conoscevamo ancora.
L'area sosta camper è ben segnalata (N 45°40'46” , E 13°24'43”) e per niente difficile da raggiungere. L'entrata, in questo periodo, è libera e, nonostante non si paghi il biglietto, i servizi vengono erogati ugualmente. Scopriremo successivamente, che questo, sarà in essere solo fino a che non verrà confermato il nuovo servizio di gestione dell'area. Quindi, anche noi, occupiamo uno degli stalli previsti per i camper, ceniamo e al resto ci penseremo l'indomani.
Dopo una notte tranquilla, il primo a dare la sveglia è, come sempre, Pongo. Fuori c'è un bel sole ma, a ricordarci che siamo in inverno, ci pensa una temperatura frizzante.
Di fronte a noi, esiste anche una seconda area parcheggio, ben più economica sul prezzo di quella dove siamo ora noi, ma questa, permette solo la sosta e preclude il campeggiare, pertanto, il sostare lì implica il non poter aprire nulla ne il poter mangiare all'esterno del mezzo e così via.
Durante la nostra passeggiata, arriviamo alla prima piazza che incontriamo, piazza del Lavoro, la quale, è in parte occupata dal mercato settimanale, che qui a Grado, si svolge il sabato mattina. Non è molto affollata di banchi ma, bisogna pensare, che per la località è una stagione morta, sicuramente, durante i periodi più consoni, avrà una partecipazione maggiore di ambulanti, anche perchè, il sito è abbastanza ampio per offrire spazio a molti. La presenza, di una pattuglia di Polizia Locale, comunque la si veda, da un senso di sicurezza.
Colazione nell'unico bar aperto in zona dove l'offerta delle brioches è ampia. Nell'angolo della piazza da dove siamo entrati, si nota anche la presenza di un panificio, aperto e funzionante.
Continuando a camminare, passiamo davanti alle Terme Marine, un grande stabile dove notiamo la piscina e il bar, tutto già in attività. Ancora avanti per arrivare alla storica enoteca da Pino. Questo locale, si distingue da altri, perchè ha tutte le pareti interne tappezzate di foto scattate negli anni a personaggi di spettacolo, giornalisti e anche gente comune che sono passati di lì. Molto particolare.
Proseguiamo e arriviamo in centro. Il viale centrale è animato, forse aiuta molto la giornata tersa, anche se molte attività sono ancora chiuse. Le tante vie laterali conducono in mondo di storia antica, che ha il sapore del mare e i tanti reperti archeologici, le varie chiese e i monumenti stanno ancora lì a testimoniarlo.
Il rientro, verso la “chiocciolina” lo facciamo dalla parte del mare. La zona è ancora brulla e abbastanza solitaria, solo Pongo ha il suo bel da fare nel salutare tutti i cagnolini in passeggiata che incontra.

Alle 12,30, ci vengono a prendere due nostri cari amici di Udine, Walter e Carla e insieme, a bordo della loro auto, andiamo fino al paese di Ruda, in frazione S. Nicolò, dove ha sede l'azienda Agrituristica di Luca Morsut. Un bel locale, tipo country, grazioso e accogliente, dove i cani sono ammessi e dove ci hanno accomodato in modo potessimo essere liberi anche con il nostro compagno di viaggio a quattro zampe.
Disponibile e simpatico anche il nostro cameriere, Marco detto Ace, che ci ha preso in consegna e, oltre a seguirci per tutto il tempo, ci consiglierà man-mano, sui vari piatti tipici del locale in lista per quel giorno.
Ovviamente siamo in Friuli e non può mancare il Frico, piatto “friulinissimo” accompagnato da salame con l'aceto, dei gnocchi al sugo di stinco e poi lo stesso stinco tanto per gradire. Eh già, lo sapete, noi siamo delle buone forchette e quando troviamo simpatia e buona cucina non sappiamo resistere. Rigorosamente l'autista non beve e questo ci da modo di torturarlo un bel po' sulle specialità enologiche serviteci.
Dopo esserci fatti sopportare per un bel po', siamo rientrati al punto di partenza. Giusto il tempo di salutare i nostri amici e la “chiocciolina” ci ha accolto, come al solito, ospitale e rassicurante.
Ancora una notte ottima e silenziosa, ci ha ritemprato dalla camminata del mattino e dalla successiva “fatica” enogastronomica.
Domenica mattina, sveglia quasi ad un orario tardo per noi, colazione e poi via ancora a camminare.
Questa volta il “cavallo di Sant'Antonio”, come chiamava le gambe la mia nonna, ci conduce dal lato opposto del giorno prima. Lungo la strada che costeggia la laguna. Altra zona, altro mondo.
Qui si può ammirare la vicina Isola della Schiusa, che ci spiegano sia nata dall'accumulo dei materiali e dalle macerie raccolti dopo la guerra. Il canale lungo la strada, è occupato da molte barche ormeggiate, alcune da diporto, altre attrezzate per la pesca. L'andare avanti e indietro, ci porta via tutta la mattina e il rientro è un po' frettoloso dato che, dopo pranzo, abbiamo previsto il ritorno a casa. Fà quasi buio quando riprendiamo la strada che, piano piano, ci riporterà verso la nostra casa, ovvero quella in muratura, dato che noi, come sapete, calcoliamo la nostra casa l'altra, quella con le ruote. Pongo dorme tutto il viaggio e non si accorge nemmeno che gli ultimi 20 km li facciamo con la neve che ha ricoperto tutto per un buon 15 centimetri, ma la montagna è fatta così.
Ciao a tutti da 
                                                       "la chiocciolina in viaggio"







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