Quattro giorni dedicati ad una località
del bellunese molto bella, ancora una volta interessata da una gara
automobilistica, stiamo parlando del Nevegàl, della sua natura,
dell' accoglienza che riserva ai suoi ospiti ma anche della sua gara
di velocità in salita denominata 45.a salita Alpe del Nevegàl.
Comunque se andiamo con ordine forse è meglio.
Questa avventura non è stata certo
baciata dal bel tempo, anzi, venerdì il deo pluvio ci ha accolto con
una tregua di qualche ora e già era tutto più gradevole e
invogliante, ma è durata poco.
Dopo esserci sistemati sul piazzale
davanti al parco Pineta, la pioggia ci ha nuovamente fatto visita ed
è rimasta con noi per tutta la notte. Due parole vanno spese per il
parco che avevamo vicino a noi. Purtroppo, la tromba d'aria dell'anno
scorso, ha graziato due soli alberi, facendo piazza pulita di tutto
il resto e questa è stata la prima immagine che abbiamo di quello
che ora sembra un nuovo luogo, diverso, più ampio....purtroppo.
Quello che comunque rimane invariato, è
quel sapore che si ha quando ci si guarda attorno, ci si sente a
contatto con la natura, la quale, dopo appena un attimo ci ha
salutato con tre caprioli che hanno attraversato la strada,
tranquilli, segno questo che lì la prima qualità e proprio la
tranquillità.

Della gara, che il giorno dopo ha visto
le due prove di qualificazione, possiamo dire che la partecipazione
dei piloti è stata buona, circa 180 macchine, un po' di tutte le
categorie, erano presenti allo start. Il pubblico, scarso, è stato
tenuto lontano dalle condizioni veramente critiche del tempo, che ha
martellato di pioggia tutte le due sessioni del sabato. La domenica,
forse ha piovuto un po' meno, ma la nebbia ha rallentato notevolmente
lo svolgimento della gara, tanto da obbligare la direzione di gara a
far svolgere solo una delle due prove in programma. Il lungo tempo
che ci ha tenuto inattivi come ufficiali di gara, è stato utile per
poter conoscere alcune persone della zona che ci hanno parlato
lungamente degli usi e dei costumi del posto. Se per caso salite sul
Nevegàl e vedete un ragazzo con il cappello, la sigaretta in bocca,
lo sguardo un po' da duro, beh lui è sicuramente Fulvio e voi sul
valutarlo un “duro” vi siete sicuramente sbagliati, dato che, non
appena gli rivolgete la parola vi accorgerete che non è sicuramente
così. Una cosa che abbiamo capito, sulla gente del posto, è che la
loro scorza è stata forgiata dalla montagna, dal lavoro duro del
bosco, ma non appena si accorgono che le persone che interagiscono
con loro sono educate e non invadenti si aprono ad una cordialità
superiore alle aspettative. Questa regola, presumiamo, vada comunque
bene ovunque.

Terminato questo impegno, dopo essere
rientrati, ci siamo riproposti di tornare senza appuntamenti
particolari, perchè il Nevegàl, quello con l'accento sulla A, va
visitato con calma, come è la sua natura, dura, impervia forse, ma
vera come vera è la sua gente.
A presto da la chiocciolina in
viaggio.
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